Approfondimento

Le tre P di Voghera

Sappiamo tutti di sicuro che Voghera sarebbe la città delle tre P. E per quanto io sia una vecchia signora che normalmente non dice brutte parole, voglio ricordarvele tutte e tre: si tratta di Pazzi, Peperoni, Puttane. Forse è una definizione di altri tempi, più che altro goliardica e sicuramente poco seria, ma ancora oggi è ben nota. Infatti di recente è stata scelta come nome per una associazione.

Comunque la pensiamo a riguardo, il fatto è che  le nostre P non sono più quelle di una volta: il manicomio è stato chiuso nel 1998 – meglio così direi. Questo non significa che non ci siano più matti a Voghera, ma certamente ci possiamo aspettare che il loro numero sia più o meno corrispondente alle statistiche. Forse si dovrebbe ristrutturare l’edificio, recuperandolo alla città con un ruolo differente, ma questa è un’altra storia.

Il peperone di Voghera, famoso in tutto il mondo negli anni tra il 1920 e il 1950, era addirittura scomparso a causa di una malattia. Solo nel 2006 si è cominciato a lavorare per recuperare il seme, grazie anche al lavoro portato avanti al Gallini – questo sì una gloria di Voghera. Solo da tre anni si  festeggia la sagra del peperone, che per ora resta un prodotto di nicchia, contrariamente a quanto accadeva un po’ di tempo fa.

Per la terza P non ho e non voglio avere né diffondere informazioni, ma presumo si tratti di una P che non fa molto onore alla città, e che è diffusa un po’ dappertutto e non soltanto tra noi. In conclusione, il quadro delle tre P sembra piuttosto deludente e lontano dal definire Voghera in modo preciso.

Nelle mie peregrinazioni alla ricerca della sostenibilità e dei modi migliori per ottenerla, ecco che mi è capitato di imbattermi in tre P. Non sono le tre P di Voghera, ma sempre P sono e ci potrebbero forse interessare. Sono le tre P dell’economia sostenibile: Profitto, Persone, Pianeta.

Spieghiamoci meglio. Abbiamo già avuto occasione di parlare di economia sostenibile, e di dire che deve tenere conto di queste tre caratteristiche:

  • Profitto: una attività è sostenibile quando ha ritorno economico. Non ha senso fare delle attività se non se ne ricava un guadagno. Naturalmente, il guadagno non deve essere eccessivo, la sostenibilità è nemica degli eccessi. Non si può pretendere di diventare troppo ricchi; ma di ricavarne un reddito ragionevole, questo sì. Anche perché bisogna tutelare le
  • Persone: chi lavora deve essere ricompensato adeguatamente e tutte le attività devono essere svolte in modo rispettoso delle diversità e dei diritti di tutti gli essere umani, e perché no anche degli animali e della natura. Soprattutto in quest’ultimo caso, si deve tenere conto degli interessi del
  • Pianeta: in fondo, se ci pensiamo bene, questa terza P è sempre dedicata a noi; checché se ne dica, la Terra continuerà ad esistere anche senza gli esseri umani e ha certamente una prospettiva temporale più lunga della nostra specie. Quindi cercare di trattarla bene e di evitare i danni ci dovrebbe interessare (a dir poco).

E allora mi è venuta questa bella idea: perché non approfittare del fatto che Voghera è la città delle tre P, e lavorare tutti insieme per sostituirle con le tre P della sostenibilità?

Sabato 23, durante l’inaugurazione delllo spazio “Hub Voghera” in Piazzetta Garibaldi, ho potuto constatare che c’è molto interesse per le problematiche sociali e ambientali. È un interesse diffuso che parte dalle persone comuni: sono coinvolti i giovani, le donne, ma anche le persone anziane che hanno voglia di mettere a disposizione la loro esperienza. Ricordo che proprio su questo giornale vengono spesso segnalate associazioni e iniziative che mirano a far risvegliare questa città sonnacchiosa e i suoi abitanti. Da quale delle tre P vogliamo cominciare? Oserei suggerire: da tutte e tre, ma soprattutto da un metodo di lavoro un po’ diverso, che utilizzi i mezzi più moderni, parta dal basso e coinvolga il governo locale. Non è una proposta nuova, né mia: sono suggerimenti di chi si occupa di sostenibilità.

Ing. Giovanna Gabetta, AIDIA Milano.

Per contatti: giovanna.gabetta@gmail.com

 

 

 

 

 

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